Colle del Nivolet (m 2.612) – Bici da corsa

Assalto al Colle del Nivolet!

Il valico, collega la valle torinese di Locana nel Canavese con la Valsavarenche, laterale della valle d’Aosta; la strada e’ asfaltata sul versante piemontese, mentre sul versante valdostano e’ ancora la vecchia strada carrareccia, fatta costruire dai Savoia per le loro escursioni venatorie.
Il percorso, estremamente duro ed impegnativo, si snoda nel parco nazionale del Gran Paradiso in un ambiente naturale incontaminato e molto suggestivo; i panorami sono grandiosi sulle montagne ed i ghiacciai dei gruppi del Gran Paradiso e delle Levanne.
Partiamo da Pont Canavese (461 mt) che fa parte delle Valli francoprovenzali, e si trova fra la confluenza della valle dell’Orco e la valle Soana, formate dagli ononimi fiumi.
La strada sara’ tutta in salita fino al passo, e i km percorsi saranno 54 per la solo andata; passiamo i vari paesini della Valle dell’Orco.
Il primo e’ Locana (613m) in leggera ascesa circondato da alte e boscose montagne; dopo Rosone (715m) si attraversa una galleria e si comincia a salire alternando falsopiani a rampe; si incontrano numerosi piccoli borghi con improvvisi restringimenti della sede stradale.
A Noasca (1058m)inizia la vera salita, la strada si impenna e si affrontano 4 tornanti con pendenza fino al 16%, dove un abitante della zona ci ricorda che il peggio deve ancora venire, di procurarci una scala ….
Dopo un breve tratto pianeggiante, la strada passa tra due massi ciclopici ed affronta una salita con pendenze fino al 18% nelle strette gole dell’Orco; sempre in ripidissima ascesa si attraversano alcune gallerie e ci si inerpica con insidiosi tornanti.
L’ultima galleria, di piu’ di 3 km e’ impressionante, dall’ingresso si vede solo la striscia bianca della mezzeria toccare la volta…. Maurino, ci fa passare per la vecchia sede stradale ormai dismessa da anni…facciamo un pezzetto impraticabile a piedi,il resto zigzagando tra le radici degli alberi e fossi in quel che rimane dell’asfalto;la strada, dopo alcuni km, finisce e ci dobbiamo cmq immettere nell’ultimo tratto di circa 1 km nella galleria, all’ uscita, finalmente la strada diventa piana e si sbuca nell’ampia conca di Ceresole in localita’ Prese (1501m), ci fermiamo per alcune foto e sosta al bar per rifocillarci….mancano ancora 18 km alla vetta e sono i piu insidiosi.
Si procede alternando tratti pianeggianti a ripide rampe e si attraversa l’abitato di Ceresole Reale (1620m), sparso sulla sponda settentrionale dell’omonimo bacino artificiale, molto frequentato per la pratica del windsurf; in leggera discesa si costeggia il bacino fino a Villa (1583m), localita’ posta all’estremita’ del lago, dove si riprende a salire dolcemente nell’amena e verde valle fino a Chiapili di sotto (1667m), piccolo borgo rurale presso il quale si entra nel parco nazionale del Gran Paradiso.La salita diventa improvvisamente dura e con due tornanti si sale a Chiapili di sopra (1754m); subito dopo la strada cambia aspetto.Dopo alcuni chilometri di faticosissima ascesa si superano le poche rustiche case raggruppate intorno alla chiesetta della Madonna della Neve e si raggiunge la diga, un’imponente sbarramento lungo piu’ di un centinaio di metri ed alto come una casa di 5 piani, che da vita al lago Serru’ (2275m), di proprieta’ dell’azienda elettrica municipale di Torino;la salita diventa piu’ pedalabile e si snoda tra i verdi prati dell’Alpe Agnel (2329m);una breve e ripida discesa conduce ad un secondo laghetto artificiale, il lago Agnel (2295m), sulla cui diga transita la strada.
Si riprende a salire con sensibile pendenza e diversi tornanti tra i prati,poi si affronta la durissima serie di tornanti che fa superare la perpendicolare parete rocciosa che sovrasta il lago Agnel;da qui non si nota ne la strada ne il valico….facciamo rapidamente il conto dei km dovremo esserci ma dove ??!!??…dopo una curva panoramica, Roby nota un grande cartello.. gli dico di leggere… lui che ci vede ancora…e’ lui!!!!… il cartello del passo!!!in un ampia sella cosparsa di macigni rocciosi aperta tra la punta Basey (3338m) ad ovest e le caratteristiche rocce del Nivolet (2760m) ad est;
Ci fermiamo a fare le foto ed ad aspettare gli altri, attardati a fare foto…il vento e l’aria fredda ci fanno subito indossare le mantelline; dopo alcuni interminabili minuti ecco i due treni: la locomotiva a vapore e il freccia rossa!!!!!Decidiamo di scendere al Pian del Nivolet, subito dopo il valico sorge il rifugio Chivasso (2604m) del C.A.I.e con una breve ma ripida rampa si scende dal passo al piano del Nivolet, verde distesa pianeggiante di pascoli che si allunga per quasi 7 Km;all’inizio, presso i due laghetti del Nivolet, sorge l’albergo Savoia (2532m), antica casa reale di caccia; poco oltre, la strada diviene non asfaltata, siamo in val d’Aosta, ora la nostra salita ha termine davanti ad un piatto fumante di spezzatino e polenta.Dopo circa mezz’oretta decidiamo di prendere la via del ritorno, ci vorranno quasi 2 ore di interminabile discesa, e falsopiani, naturalmente con vento contro per arrivare alla macchina, non prima di aver sostituito una camera d’aria per una foratura posteriore di Maurino.
Il giro si conclude con quasi 6 ore di pedalato, i km sono 110 e il dislivello di 2500 mt… che dire forse il piu’ bel giro tra quelli fatti, sia per il panorama che per la fatica se le gambe si riprendono… alla prox… e un saluto e un ringraziamento ai miei compagni di avventura.

Testo :Sabrina C.

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