26 luglio 2009
Partenza domenica 26 luglio alle 7e20 dal bivacco Barenghi, un piccolo gioiello con tre giovani francesine annesse. Arriviamo alla base della montagna dove attraversiamo alcune lingue di neve e imbocchiamo un canale obliquo ascendente da nord a sud. La montagna presenta una qualità di roccia pessima che risulta particolarmente stressante soprattutto quando bisogna attraversare piccole balze esposte o quando ci si trova in canalini pieni di terra e scaglie, quindi occhio a tutto quelo che si tira o ci sorregge. Siccome salire si sale ad ogni passo in avanti il pensiero va al ritorno che a parte le doppie occupa piu’ o meno lo stesso tempo dell’andata.
Allora veniamo alla placca. Ho visto 3 capi cordata in azione con tre stili diversi. Il premio ‘eleganza’ va’ ad un signore francese piuttosto avanti con l’eta (complimenti) che l’ha percorsa col piede destro sul bordo della placca e il sinistro dall’altra parte della fessura.
Il premio ‘ingegno’ va’ all’altro capocordata del nostro gruppo che ha inventato una protezione (psicologica) messa all’interno della fessura di sinistra per riviare la corda.
Il premio ‘non c’e problema’ al mio capocordata che ha fatto il bordo a cavalcioni fino al punto chiave superato poi con la forza di venti braccia.
Le cose certe sono: buone soste prima e dopo, placca liscia marmorea, nessun appiglio a parte una unica micro tacca per i piedi ma che non basta ad arrivare a prendere il maniglione risolutore.
Personalmente, a parte la conquista della vetta e lo spettacolo di una giornata in cui vedevi tutto siamo al limite del divertimento e della gioia di scalare e scendere una montagna. Ripeto sono pareri personali forse anche dettati dal tipo di ascesa che si sceglie e dall’avere o no un piede da camoscio, non mi sorprenderei quindi che qualcuno se la ridesse a leggere queste parole.
Un saluto ai miei compagni in procinto di partire per una delle loro missioni e a P. di Dronero che se l’è fatta in giornata presentandosi alle 7e15 di fronte al bivacco.